L’Ecomuseo come esperienza educativa

Ogni cittadino ha il diritto-dovere di conoscere l’ambito culturale a cui appartiene, che nasce sempre da lontano ed è il risultato di contaminazioni ed integrazioni continue. Contro il modello statico di cultura elaborato dagli antropologi dell’800, oggi sappiamo che l’identità culturale ha aspetti di dinamismo, permeabilità, storicità: il patrimonio culturale, infatti, è il prodotto dell’attività delle generazioni passate – ridefinito da quelle presenti – che lo trasmetteranno alle generazioni future. Conoscerlo permette di sviluppare il senso di appartenenza di sé ad una certa cultura e fa si che – nei confronti delle radici che ci caratterizzano – abbiamo anche la libertà di realizzare nuove scelte per riplasmare in modo creativo l’identità culturale di cui facciamo parte. Privi di questa consapevolezza, si rischia di vivere il proprio patrimonio senza riflessione e ciò può facilmente provocare scarsa cura e poco rispetto nei suoi confronti, tanto più che la situazione del nostro contesto culturale negli ultimi anni è sempre più a rischio. Le cause sono molteplici: dalle insufficienti risorse destinate alla tutela e conservazione dei beni, ad errati concetti di valorizzazione, all’indifferenza dei cittadini di fronte al degrado di patrimoni e paesaggi.
Negli ultimi decenni l’attenzione verso i beni culturali e paesaggistici e il loro uso didattico ha ispirato sempre più l’interazione delle attività educative fra istituzioni scolastiche e museali, mentre si è affermato sulla scena culturale il concetto di educazione al patrimonio, con le sue potenzialità nella formazione della cittadinanza.Per questo il Servizio educativo della Soprintendenza BAPSAE di Ce e Bn – Caserta propone, per il secondo anno, un interessante campo di sperimentazione educativo: il Concorso d’idee ‘L’Ecomuseo. Il futuro della memoria’, che tutela e valorizza le risorse, educa alla complessità che ogni azione investigativa richiede e implica esperienze emotive, percettive e fisiche.  Nel progetto, che prevede  la preziosa riscoperta del proprio ambiente tramite l’individuazione di percorsi ecomuseali  e la realizzazione di Mappe di Comunità del territorio di appartenenza, l’educazione al patrimonio si intreccia all’educazione alla cittadinanza e mette in moto atteggiamenti di valorizzazione, tutela e conservazione, sviluppando responsabilità civile.Tali ‘strumenti’ tendono a sensibilizzare docenti ed alunni nel sostenere il rispetto e l’amore per i propri luoghi, stimolando ad osservarli con attenzione, spirito critico e con un approccio più ragionato e consapevole. Favoriscono, inoltre, la consapevolezza ambientale e insegnano a tutelare le proprie origini, con la speranza che i giovani-futuri cittadini non ripercorrano gli stessi errori compiuti, troppo spesso negli ultimi decenni, da una cattiva gestione politico-economica delle risorse.
Il progetto ecomuseale, infatti, incoraggia la nascita di un’importante discussione in merito alle emergenze relative ad un uso non sempre consapevole e sostenibile del territorio, che per essere apprezzato, ha bisogno di conoscenze diffuse: musica, storia, arte, geografia, tradizioni popolari, letteratura, teatro… e soprattutto contribuisce alla formazione del sentimento d’identità delle popolazioni.  Il lavoro didattico, seguito a lezioni a carattere teorico tenute da formatori specializzati nel settore, ha fatto conoscere metodi e strumenti con cui una comunità locale può prendersi cura delle proprie risorse culturali e ambientali, mentre il coinvolgimento di alunni ed insegnanti ha permesso di creare un legame di conoscenza e di stimolare l’affezione e la consapevolezza del territorio  anche grazie ad un rapporto equilibrato tra momenti in aula e contesti esterni, accrescendo il ruolo di cittadinanza attiva… L’ edizione 2012/13 del Concorso si è arricchita di altre  sezioni, che hanno permesso ad una più ampia fascia scolastica, e con l’utilizzo di differenti tecniche di rappresentazione, di approfondire e divulgare la conoscenza del proprio patrimonio territoriale.Studenti di ogni ordine e grado sono stati invitati a partecipare alla sezione ‘EcologicaMente CLICK ART’, che ha comportato la ricerca di vecchie foto del proprio territorio, da porre a confronto con immagini attuali dello stesso luogo scattate dai partecipanti, per scoprirne modificazioni e/o degrado avvenuti nel tempo: immagini della memoria e documenti di denuncia che aiuteranno, si auspica, a costruire una coscienza civile nei giovani e a sensibilizzare gli abitanti adulti più “distratti”…
La tempesta mediatica di notizie che ha abituato la nostra mente a separare le parole, le immagini e le informazioni dalle emozioni, ha creato uno squilibrio fra il pensiero razionale che dà una spiegazione agli avvenimenti e l’enorme quantità di emozioni che su tali eventi vengono represse. Per questo è stato proposto un Laboratorio di EcoPoesia, una sfida in versi sulle emozioni evocative dei segni che la vita trascorsa, la ‘comunità umana’, le tradizioni locali, la natura hanno impresso nella nostra mente. L’Ecopoesia si libera dall’isolamento delle chiuse culture letterarie erudite, abbandona le vecchie mode sibilline delle avanguardie e le consuetudini poetiche legate a particolari tradizioni locali, per aprirsi ad una comunicazione poetica semplice e chiara, comprensibile a tutte le culture, e quindi più facilmente traducibile, per diffondersi ad un pubblico sempre più allargato.L’Ecopoeta è il tramite fra mondo naturale e comunità umana, non fa poesia altisonante e celebrativa, semmai poesia semplice, non si macera sul proprio tormentato io, come egocentricamente hanno fatto da sempre schiere di poeti, ma si apre agli altri esseri viventi dando loro voce.Infine EcologicaMente VISUAL ART è stata dedicata all’utilizzo del linguaggio del documentario. L’antropologo Aldo Colucciello, dell’ass- BRIO  ha presentato agli studenti del Liceo Artistico ‘.. ‘ di Sessa Aurunca la ‘grammatica del linguaggio visivo’, un bagaglio di conoscenze teoriche e tecniche che hanno permesso ai partecipanti di realizzare un cortometraggio con particolare attenzione alle immagini della memoria: temi del territorio e della tradizione. Il documentario parteciperà,  fuori concorso, alla 3a edizione del Festival di Film Etnografici ‘Intima lente’ (Intimate Lens) che si terrà a Caserta nel dicembre 2013.Il Servizio educativo della SBAPSAE , certo che  conoscenza e istruzione rappresentino una condizione fondamentale per promuovere cambiamenti comportamentali e dotare soprattutto i cittadini più giovani delle competenze essenziali per conseguire uno sviluppo sostenibile, prosegue nell’impegno di promozione e valorizzazione del territorio, inteso come un museo dinamico e partecipato quale è per definizione un ecomuseo.

Emilia Ruggiero