Il territorio, l’immagine della memoria

Le immagini della memoria andranno sempre più spesso ad articolarsi come archivio, una sorta di archivio visuale, che sarà una nuova sponda di intendere le culture e che ben s’innesta in un percorso come questo voluto dal Servizio Educativo della Soprintendenza BAPSAE di Caserta e Benevento. Nell’ambito delle attività formative inserite nel Concorso d’idee LEcomuseo. Il futuro della memoria, una sezione dedicata al linguaggio cine-documentario’ è sembrato necessario dedicare una sezione alla valorizzazione del territorio con l’utilizzo degli audio-visivi.Così l’incontro tra la SBAPSAE  e l’Associazione Culturale B.R.I.O. Brillanti realtà in osservazione, che da qualche anno propone il festival di film etnografici “Intima Lente”, c’è sembrato un connubio che potesse contribuire all’idea di eco-museo, non solo quale atto di salvaguardia degli elementi materiali, ma anche occasione per dedicare una particolare attenzione ai beni immateriali che tanto contribuiscono alla trasformazione di un territorio con il loro bagaglio e che, semplicemente, possiamo denominare usi e consuetudini della tradizione popolare, in alcuni tratti incline a sfociare in manifestazioni di alto profilo ed estremamente complesse.L’antropologo visuale durante quattro incontri formativi, ha presentato la sua proposta per gettare le basi per una grammatica del linguaggio visivo, al fine di condividere con gli studenti che hanno preso parte al seminario le conoscenze teoriche e tecniche di base che hanno permesso ai partecipanti di realizzare un cortometraggio con particolare attenzione ad un tema del territorio al fine di portare a conoscenza degli stessi studenti di patrimonio culturale altro e spesso dimenticato da chi è preposto a fare cultura. La scelta è caduta sul canto del Miserere, nel contesto della Settimana Santa a Sessa Aurunca, per svariati motivi:

  • i ragazzi provengono dalla zona e fanno capo al Liceo Artistico ‘L. Da Vinci’ di Sessa Aurunca, quindi, così facendo abbiamo ‘addolcito’ la condizione logistica;
  • la complessità del Rito del Venerdi Santo dato dai diversi momenti che caratterizzano la processione che possiamo senza ombra di dubbio classificare come un vero e proprio funerale;
  • la presenza del canto del Miserere che connota di mistica sonorità la processione stessa;
  • la presenza di grossi falò che vengono accesi al passaggio della processione e che denotano il passaggio stagionale.

Queste saranno le immagini della memoria, un semplice documento atto al ricordo nelle menti dei giovani partecipanti. Gli incontri con i giovani filmmaker si sono tenuti nei locali della Soprintendenza BAPSAE – Reggia di Caserta oltre una lezione pratica tenutasi durante lo svolgimento del rito pasquale. Il lavoro dei ragazzi sarà proiettato, fuori concorso, alla 3a edizione del Festival di Film Etnografici ‘Intima lente’ (Intimate Lens) che si terrà a Caserta nel dicembre 2013. Un filmmaker, specialmente rivolto alla documentazione, può essere identificato, o definito, un ‘mediatore culturale’ che è un professionista della comunicazione interpersonale ed un ponte tra culture  diverse. Il corso per una grammatica del linguaggio visivo, nasce come momento di formazione per far capire ai partecipanti che spesso basta osservare una realtà, anche conosciuta, con occhi e strumenti diversi per vederne delle qualità che altresì sarebbero rimaste velate. La scelta di una festa popolare sta nel fatto che nella festa si moltiplicano amplificandosi i gesti del quotidiano. Un mediatore culturale presente sul territorio coadiuvato dal mezzo visivo diventa come  elemento di mediazione facilitata anche dal fatto che questi è già a conoscenza della sintassi e della semantica dei processi culturali, con il quale ne condivide i contenuti della comunicazione. Grazie a questo corso ci auspichiamo che i ragazzi- incuriositi nell’approccio verso l’altro che non necessariamente deve essere riconosciuto in culture lontane ed esotiche – abbiano accresciuto il proprio bagaglio culturale e le loro capacità critiche. Tale corso costituisce una sorta di valore aggiunto per le strutture scolastiche in quanto potrebbe permettere di avere in loco figure formate e capaci di gestire la “mediazione dei conflitti culturali”, velocizzando talvolta le pratiche risolutive. Tuttavia la buona riuscita del progetto stesso potrebbe prevedere anche una sua traslazione su Educatori Culturali, Docenti, Docenti di Religione e Antropologi che già dovrebbero avere nelle loro corde l’idea di condivisione per conoscere e del sapere che dovrebbero essere formati maggiormente sulla grammatica del linguaggio visivo, ed in particolare,  delle valenze culturali in seno più ampio.

Aldo Colucciello