Ecomuseo a Salerno e Avellino

Chi cura il Servizio educativo di una Soprintendenza ed è impegnato a divulgare la conoscenza del patrimonio culturale del territorio soprattutto tra i più giovani, a cominciare dalla prima infanzia, sa di adempiere ad una funzione di rilievo pubblico perché contribuisce ad attivare una duplice consapevolezza: i beni che ci circondano ci appartengono, sono il nostro vanto ed il fondamento della nostra identità culturale e tutti abbiamo il diritto di poterne liberamente godere ed il dovere di adoperarci per trasmetterli a chi verrà dopo di noi.
Le strategie operative da mettere in campo per sviluppare atteggiamenti di cittadinanza attiva e di tutela del patrimonio culturale partecipata possono essere tante. A Salerno, ad esempio, alunni, studenti ed adulti, anche con disabilità, attivano sensibilità ed attenzione nei confronti dei beni culturali loro illustrati durante percorsi tematici di visita nel Museo Diocesano San Matteo e nei principali monumenti del centro storico sbrigliando fantasia e manualità nell’“Atelier della creatività dei bambini”, realizzato nel Museo dalla Soprintendenza Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Salerno e Avellino.
Dar forma alla suggestione che un’opera d’arte, un’architettura, un particolare decorativo ha suscitato in noi significa – a qualsiasi età ma soprattutto da piccoli – fissare indelebilmente il ricordo del bene culturale nel quale ci siamo imbattuti e che ha stimolato curiosità e verve artistica: Bruno Munari con il suo “se faccio capisco” docet.
Dal piacere della scoperta dunque, attraverso un atto di creatività artistica, si può affinare quella sensibilità che è alla base di un atteggiamento attivo di tutela. E così quest’anno, andando alla ricerca di nuovi ambiti operativi che consentissero di far luce sul patrimonio culturale del territorio a 360°, accendendo un riflettore speciale anche su altre categorie di beni come quelli etnoantropologici, un po’ negletti, ho avuto la fortuna di entrare in rete con i Servizi educativi della Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Caserta e Benevento e della Soprintendenza speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli e della Reggia di Caserta, per realizzare un progetto di ampio respiro ed “esportabilità” come L’Ecomuseo: il futuro della memoria. E l’attività educativa si è arricchita di nuovi percorsi operativi da esperire e di entusiasmanti obiettivi da conseguire.
L’adozione del progetto è nata dall’apprezzamento della sua modalità operativa, calata all’interno del percorso curricolare scolastico in regime di stretto partenariato scuola/servizio educativo di Soprintendenza, e dal ruolo di protagonismo assoluto giocato dagli alunni sin dalla fase d’indagine conoscitiva del patrimonio culturale del territorio di appartenenza. Agli specialisti, ai docenti e ai funzionari dei Servizi educativi è demandato il compito, non facile e di grande impegno, di suscitare ed incanalare riflessione e ricerca supportando tecnicamente la fase di interpretazione/rielaborazione dei dati raccolti, per vivere insieme ai ragazzi il piacere di un più consapevole atteggiamento di rispetto e attenzione per ciò che fonda e connota l‘identità culturale della comunità.
Le scuole di Salerno e di Avellino che hanno aderito al concorso hanno prescelto il tema dell’individuazione di percorsi ecomuseali e della realizzazione di Mappe di comunità, dimostrando con gli elaborati prodotti quanto può essere significativo il contributo di una piccola comunità o di una o più classi scolastiche per diffondere la cultura della tutela attiva e della presa in carico del patrimonio culturale di un territorio.
Così gli alunni di Castelnuovo hanno consegnato all’amministrazione comunale i frutti della propria ricerca, perché diventassero spunto di riflessione comune di tutta la cittadinanza e potessero nel tempo essere implementati anche da altri; mentre quelli di Caposele, che hanno indagato in tutti i suoi aspetti l’habitat culturale e naturale del proprio territorio, si sono dedicati attivamente a tenerne puliti strade e luoghi significativi.                                                                  L’individuazione delle scelte tematiche da approfondire e sintetizzare in mappa ha animato il lavoro di gruppo ed i numerosi sopralluoghi effettuati con la guida attenta e competente dei docenti. Individuati i nuclei ritenuti fondanti della propria identità culturale a Salerno, ad esempio, gli studenti del Liceo scientifico hanno voluto coniugare le loro nozioni di letteratura del Quattrocento con la ricerca dei luoghi del centro storico in cui è vissuto il celebre novelliere Masuccio Salernitano. Con entusiasmo e rigore investigativo ne hanno individuato la casa natale ed il luogo di sepoltura, sconosciuti alla maggioranza dei cittadini, non mancando di denunciare lo stato di degrado in cui versa l’antica Chiesa di Santa Maria de Alimundo.
Anche nella presentazione dei dati raccolti attraverso indagini e ricerche in cui sono stati coinvolti membri della famiglia, conoscenti, anziani ed amministratori locali sono state prescelte modalità diversificate. Ad Aiello del Sabato, insieme ai plastici di luoghi ritenuti di primaria importanza (la scuola e la piazza principale del paese che s’irradia intorno ad una secolare quercia), gli alunni si sono cimentati nella creazione di storie, fiabe e racconti ambientati in paese, percorrendo consapevolmente il solco di una secolare tradizione di narrazione orale tenuta viva di padre in figlio e ritenuta una peculiarità culturale identitaria da incentivare e valorizzare. Ad Eboli, invece, la disamina delle eccellenze artistiche e letterarie della città è stata divulgata attraverso le pagine di un calendario ad alta tiratura, ricco di disegni, foto e riflessioni elaborati dagli alunni dell’istituto comprensivo, che è entrato in tutte le case degli ebolitani.
Ben vengano, dunque, ulteriori edizioni di questo concorso. Con le sue apprezzabili dinamiche di coinvolgimento e ricadute educative credo che possa costituire una valida via da percorrere perché la conoscenza dei patrimoni culturali locali sia sempre meglio diffusa tra gli appartenenti ad una data comunità e perché azioni spontanee di tutela e di valorizzazione nascano sempre più numerose.

Anna De Martino
Ex SBAP per le province di Salerno e Avellino