MAPPA DI COMUNITÀ: PASSO DOPO PASSO

La mappa di comunità è una rappresentazione grafica in cui si evidenzia come una comunità percepisca e intenda tramandare alle generazioni future il proprio patrimonio materiale e immateriale, partendo dalla geografia di un territorio, dagli elementi identitari della comunità che lo abita e dalla sua storia passata e presente. In Italia arrivò tardi a causa della tardiva e instabile unità dei governi che cercarono di negare le diversità territoriali.
Per la sua realizzazione, che va dalla durata di 6 a 12 mesi, è essenziale l’individuazione di un percorso ecomuseale rappresentativo delle peculiarità di un luogo, individuabili tramite un questionario con cui ‘intervistare’ le memorie storiche del proprio territorio di appartenenza.
Il processo della sua costruzione è complesso e si basa su tre elementi fondamentali: la diversità, il territorio e l’esistenza nella continuità.

Le fasi della sua progettazione sono 9 e si dividono in:
1. Definizione degli obiettivi della mappa;
2. Incontro preliminare;
3. Raggruppamento dei partecipanti in gruppi/sottogruppi di lavoro e suddivisione dei
ruoli;
4. Identificazione delle aree oggetto delle ricerche;
5. Ricerca e recupero di informazioni sulle tematiche emerse durante l’incontro
preliminare;
6. Analisi dei risultati della ricerca;
7. Incontri finalizzati alla riflessione sulle conoscenze emerse;
8. Realizzazione cartacea della mappa;
9. Restituzione alla comunità.

In La Storia. Indagare, apprendere, comunicare, di Beatrice Borghi, ricercatrice e docente all’Università di Bologna, si afferma che una delle fasi più importanti della progettazione di una mappa è quella dell’approfondimento delle conoscenze emerse, relative al proprio territorio. Questi processi
comportano anche la riscoperta di aspetti ed elementi della quotidianità che spesso vengono trascurati in altre analisi.

I tempi, come già affermato in precedenza, sono lunghi, poiché bisogna tenere conto di tutte le persone che sono coinvolte (gli insegnanti, i ragazzi, le famiglie, la comunità) e degli imprevisti che possono accadere. Per tenere attivo un clima sereno e per non far perdere interesse nei confronti delle tematiche da analizzare, si dividono i partecipanti in gruppi di lavoro, in cui ognuno deve svolgere un determinato ruolo, rispettando quello degli altri, con il fine di arrivare a un obiettivo; anche se più importante della finalità è l’esperienza del percorso. Un altro problema che è possibile riscontrare è la difficoltà nell’esplorare i luoghi che sono spesso inagibili.
Per quanto riguarda i questionari, le risposte prendono la forma di un processo ciclico: cercare, chiedere, raccogliere, selezionare, comporre, ricucire, mettere in relazione, immaginare, raccontare, disegnare, costruire, coinvolgere, conoscere, aver cura… .
Ovviamente, le strategie di indagini sono differenti da comunità a comunità, andando a scegliere quelle più adatte a loro.

Infine, esse vengono consegnate alla collettività per poi, solitamente, essere conservate all’interno di un ecomuseo o in archivi . Nel caso in cui le comunità non avessero spazi idonei all’esposizione, vengono affidate ad un collaboratore in ambito locale. Lo scopo è, inoltre, mostrare i mutamenti avvenuti sul
territorio, non solo fisici, ma anche culturali e sociali.

Le mappe di comunità sono soggettive, esse raccontano un punto di vista di un gruppo di lavoro in un dato momento storico, quindi sono riconoscibili e distintive, uniche e irripetibili, sono in continua evoluzione.
Realizzare una mappa di comunità permette a ognuno di crescere, come individuo, in termini di conoscenza delle proprie capacità, di apertura all’ascolto, di curiosità e di voglia di dare il proprio aiuto in prima persona, come cittadino, nella cura e messa in valore della qualità dei propri luoghi, paesi, paesaggi.

A cura della tirocinante Sara Iadicicco

Sitografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Mappa_di_comunit%C3%A0#cite_note-6
https://visionscarto.net/mappe-di-comunita