Campania: cercasi ecomuseo…

Avete mai visitato un ecomuseo? Se la risposta è negativa, allora sappiate che potreste vederlo presto o addirittura farne parte contribuendo in maniera più o meno attiva alla conservazione del patrimonio materiale e immateriale della vostra comunità.
Anche in Campania si sta, infatti, diffondendo il concetto di Ecomuseo, inteso come  “nuovo” strumento di conoscenza e valorizzazione, che non ha avuto, fino ad oggi, uno sviluppo significativo come nel resto d’Italia, tanto che la nostra regione può considerarsi il fanalino di coda di una possibile graduatoria che vede al primo posto il Piemonte con  47 Ecomusei e poi, a seguire, la Lombardia con 33, la Toscana con 13, l’Emilia Romagna con 10, la Provincia autonoma di Trento con 7, la Puglia con 6, il Veneto, la Valle d’Aosta, l’Umbria e la Sardegna con 5 Ecomusei ciascuno, la Liguria, il Lazio e il Friuli Venezia Giulia con 4, la Calabria, l’Abruzzo e la Sicilia con 3.
Attualmente, dunque, in Italia vi sono oltre un centinaio di ecomusei, con lo scopo di trasmettere al presente e al futuro gli elementi che caratterizzano l’unicità di un  territorio e delle persone che lo abitano, di cui tre o forse quattro sul territorio campano.Il più famoso è sicuramente l’Ecomuseo del Fiordo di Furore, situato in uno degli scorci più affascinanti della costiera amalfitana e sorto a conclusione di un lungo e faticoso intervento di recupero dell’antico borgo marinaro e delle annesse strutture protoindustriali, risalenti al XVII secolo e sottratte a un lento quanto inesorabile degrado.Il fiordo è esso stesso museo di scenari suggestivi in cui la natura e le opere degli uomini si integrano in singolari equilibri. Le architetture spontanee del Fiordo, costituite da case semplici e monazzeni (“magazzini”, depositi per gli attrezzi e degli armamentari per pescare), una cartiera, una chiesa rupestre di raffinatissima fattura, un Mulino, i canali di percorrenza dell’acqua costituiscono il patrimonio di un museo a cielo aperto che, immerso in una natura aspra e selvaggia, fa del Fiordo un episodio antropico-naturale di grande significato culturale.     L’Ecomuseo si articola in varie “sezioni” tra cui le cartiere, a testimonianza dell’antica arte tipicamente locale di produrre carta dalla macerazione e pestatura degli stracci (Cartiera Portello con foresteria e area di agricoltura biologica; Mulini delle Monache; Cartiera-Mulino Viviani con Aula Verde/erbario e Aula Azzurra); il ‘Sentiero dei pipistrelli impazziti’ percorrendo il quale è possibile ascoltare, ad una certa ora del giorno, i nugoli di questi animali, che  volteggiano vorticosamente lungo le pareti della gola e, infine, le vie del Cinema (Ways of love) sulle tracce di personaggi famosi, quali Rossellini, la Magnani, la Bergman, Totò, Mastroianni, Greta Garbo, che hanno scelto questo luogo quale rifugio o set cinematografico.
Diversa invece è l’esperienza dellEcomuseo del Mare e della Pesca dei Campi Flegrei  sorto nel 2008 per la tutela e la valorizzazione della cultura marinara della costa flegrea, un vero e proprio museo on line, senza limiti geografici e di orari, che consente a una comunità digitale di soddisfare ogni curiosità e di diffondere in rete la memoria di una collettività legata indissolubilmente al mare. A tal proposito è stata creato un blog, che consente di arricchire il portale quotidianamente di  materiale audiovisivo andando a formare una collezione multimediale, pronta per essere visitata da tutti, al di la dei confini territoriali cui si riferisce l’ecomuseo.
Meno noto, anche se più vicino al territorio casertano è, invece,  l’Ecomuseo dell’Alto Casertano, che propone percorsi tematici diversi, quali Le vie dei monti e dei borghi, che attraversano la Valle del Lontro di San Potito Sannitico, le miniere di Bauxite di Bocca della Selva, il Monte Cila, la Valle dell’Esule, la Cipresseta di Fontegreca, le rovine dell’Orto della Regina a Roccamonfina. Per il percorso tematico I sentieri della Tradizione, invece, sono  proposti gli itinerari della riscoperta degli antichi mestieri di Sipicciano di Galluccio e la riscoperta del costume tipico di Letino.    Molto più recente è la fondazione, da parte di Legambiente Campania, dell’ Ecomuseo Terra felix nel complesso di Teverolaccio (Succivo), che ospita un centro di documentazione della cultura rurale campana, con testimonianze fotografiche e descrittive di tradizioni, credenze, usi e costumi locali e uno spazio espositivo dedicato a una collezione di strumenti agricoli tradizionali.

Amalia Gioia